sabato 21 luglio 2012

La Maiella come scusa…


Dopo averlo programmato da un po’, nonostante questa sia la terza uscita in moto in un mese e con quello che costa la benzina, con l’ottimo Alberto s’è pensato di uscire oggi ad inizio luglio. E visto che lui era un pezzo che non si affacciava così ad est la destinazione era la Maiella, versante adriatico che poi è quello con le strade migliori. Dire che l’ho presa larga è un eufemismo.
Appuntamento a Ferentino (FR) puntuali alle 9 la prima breve sosta è Sora per una nutriente colazione. Da Sora la notissima e sempre bella SS 666 ma con deviazione verso valle, verso San Donato Val Comino e Atina e verso la ormai notissima, per me, statale “della Vandra”, SS 627…no comment…è diventata davvero una stradella brutta e scomoda (di m…) a parte i primi km fino a San Biagio Saracinisco (FR) più ci si avvicina al Molise e più la strada diventa una una tortura tra sconnessioni ed avvallamenti. Mi consola l’idea che da Isernia si salirà verso nord attraverso la mitica SS 17 con il valico del Macerone e quello di Rionero Sannitico. Davvero spettacolare, divertente e sicura in ogni suo tratto.
Un caffè ed una bibita ristoratrice soprattutto dopo aver attraversato Isernia sotto il sole si parte verso nord, verso la Maiella…o quasi. Come predetto la SS 17 ci porta velocemente ed in maniera divertente verso la Val di Sangro che percorriamo fino ad Ateleta (ad est del fiume quanto basta per stare in provincia de l’Aquila) perché ho voluto rifare al contrario una strada fatta non molto tempo fa dopo aver seguito incuriosito un gruppo di motociclisti di Chieti. Divertente salita nel bosco che sbuca ad est di Roccaraso.
Intermezzo gradevole e saporito in un ristorantino di una Rivisondoli pressoché deserta come la vicina Roccaraso nonostante la stagione inoltrata. Case vuote e sfitte, pochissime persone e macchine in giro.
Dopo Rivisondoli giro a sinistra alla prima troppo presto e troppo tardi mi accorgo che eravamo diretti a nord, verso Cansano: poco male, altro breve valico e si torna verso sud, verso la SS 84 facendo il periplo dell’altopiano delle Cinque Miglia quello che oggi segna 28 gradi ed il 28 gennaio scorso sempre con Alberto –8!
La SS 84 è davvero bella nel suo tratto iniziale, sotto le propaggini orientali del massiccio del Monte Amaro, cima più alta (più o meno 2800 m slm; spesso ci si dimentica che sia di poco più bassa del Corno Grande del Gran Sasso) del gruppo della Maiella: manteniamo una media divertente ma tranquilla fino a Fara San Martino ma da lì preferisco tornare verso la SS 81 anche se fa un giro più lungo perché le strade sono diventate davvero brutte come quelle della mattina. Guardiagrele, Pretoro e Passolanciano.
Ci ritempriamo nel fresco di Passolanciano e poi via. La discesa verso Lettomanoppello si apre in una stretta valle molto bella sulla SP 65 ancora segnata sul fianco sinistro dai segni di un incendio di diversi anni fa e con all’orizzonte nella foschia della calura pomeridiana il Gran Sasso ed il Corno Grande. Una tirata verso la valle del Pescara da Scafa a Popoli sulla SS 5 Tiburtina e da lì sempre sulla SS 5 il tratto bellissimo ed ottimamente conosciuto (quest’anno l’avrò fatto 4 o 5 volte!) che da Raiano risale le gole di San Venanzio ed attraverso il valico di Forca Caruso riporta a Collarmele.
Sono le 20 passate da un po’. Un’altra breve sosta a Collarmele per una bibita ed un gelato, due chiacchiere e via di autostrada fino a Roma giusto in tempo per vedere una sottilissima falce di luna crescente tramontare alle spalle di Roma.
Nota a margine. Dicevo di quante volte ho fatto tra quest’anno e la fine dello scorso il tratto di Tiburtina da Collarmele verso Raiano? E perché la SS 627 della Vandra? Ma visto lo stato pietoso in cui l’abbiamo trovata oggi credo che non mi vedrà per un bel pezzo!

Visualizzazione ingrandita della mappa Video (di Alberto) - Gole di San Venanzio, A Est della Maiella, SS 84 tra Palena e Lama dei Peligni

lunedì 9 luglio 2012

Tra Falterona e Fumaiolo…o quasi

Che non mi divertivo così era un pezzo!

E con la scusa che dovevo andare a riprendermi la moto a Firenze mi sono preso un giorno di ferie per consolarmi della disavventura del 29 giugno scorso con un gran bel giro sia a completamento di quello interrotto il 29 giugno scorso sia perché era parecchio che volevo tornare su parte di queste strade che l’anno scorso mi avevano visto in solitaria per più di 800 km considerando le lunghe e noiose andata e ritorno da Roma. Una quasi replica del 2 settembre 2011 ma con strade nuove o diversamente percorse, a scoprire paesaggi e luoghi diversi dai soliti soprattutto quest’anno che finora mi ha visto ripercorrere parecchie volte più o meno le stesse strade.

Sveglia alle 4:30, primo treno (6:00) per Firenze, alle 7:40 ero alla Stazione di Santa Maria Novella e da lì con un locale alle 8:10 ero a Campo di Marte. Il tempo di una passeggiata di 15 minuti compresa una ricca colazione alle 8:30 ero davanti al negozio legato all’officina dove hanno effettuato la riparazione. Stavolta pantaloni e stivali erano al seguito e non indosso! Il tempo di cambiarmi e pagare col sole che già faceva sentire gli effetti dentro la afosa Firenze salgo in moto e guardingo e placido visti i numerosi autovelox di cui sia Firenze che la Toscana sono tappezzati mi avvio sul Lungarno verso Pontassieve, lungo la val d’Arno. La strada è la SS 67 Tosco-Romagnola che porta fino a Forlì, una delle direttrici storiche verso l’Adriatico romagnolo oltre a quella del valico di Viamaggio da Sansepolcro più a sud.

E le gomme nuove di pacca! Ancora Pirelli ormai definitivamente scelte dopo le non eccellenti esperienze Dunlop e Metzler. Diablo Rosso II al posteriore e Diablo Rosso Corsa all’anteriore. Che ve lo dico a fare?

In breve ero già sulla bella salita della SS 67 del Muraglione ma al bivio per Premilcuore avevo già deciso di fare il giro da sud lungo la vecchia provinciale in modo da fare il valico venendo da est, al contrario dello scorso anno e per me più bello e divertente. Passo davanti al luogo dove una decina di giorni fa si attendeva il carro attrezzi, davanti al luogo in cui la Bandita si era rotta e via. Una stradella stretta ma divertente e comunque ben tenuta in poco tempo mi porta in cima da cui si gode un bel panorama verso il fiorentino e si è già nella provincia di Forlì in pieno Parco Nazionale del Monte Falterona.

Proseguo verso Rocca San Casciano con una breve puntata a nord attraverso il valico di Centoforche e sono di nuovo sulla SS 67 ma in direzione ovest: Rocca San Casciano, il paese lisciato la volta scorsa e forse per fortuna visto che mi ha portato a scoprire questa bella strada del valico dei Tre Faggi.

Come l’avevo immaginato un anno fa discendendola la SS 67 è molto più divertente verso Firenze, con un lungo fondovalle tortuoso ed una salita più lunga che culmina con una serie di tornanti molto ravvicinati proprio a ridosso del valico stesso. Il “muraglione” è sempre lì ovviamente a ricordarmi che sono di nuovo ad appena una cinquantina di km da Firenze! Dopo una breve discesa e tanti zig-zag divertenti sono di nuovo al bivio che mi ha visto passare poco più di un’ora e mezza prima. Proseguo dritto verso Dicomano e da qui verso Londa: mi aspetta una strada molto bella, quella del Valico di Croce ai Mori. In poco più di mezzora divertente sono a Stia, in provincia di Arezzo e sia il caldo che l’ora mi suggeriscono che è meglio sostare un po’ prima di affrontare il valico successivo. Il tempo di una foto all’Arno che qui è un torrente e mi fermo a mangiare e bere qualcosa.

Dopo pranzo la salita al Passo della Calla è favolosa. Non ho incontrato una sola macchina in questo anonimo lunedì, né da sorpassare né incrociata, come testimonia il video che ho girato sulla salita. La strada è sempre ottimamente tenuta, fresca ed ombrosa per quasi tutto il tragitto e ricchissima di curve e passaggi divertenti da percorrere in scioltezza. Una volta in cima entro per qualche km sulla strada che porta al valico di Monte Falco, mi fermo un po’ a rinfrescarmi nel bosco (ci sono solo 23-24 gradi!) e faccio il ritorno a motore spento in folle e senza casco a godere la brezza sul viso…e qualche moschino!

Rapida discesa verso Santa Sofia attraverso la bella foresta di Campigna e lì sotto da davvero caldo. Nonostante questo cerco di risalire in fretta a trovare un po’ di refrigerio attraverso il passo del Carnaio verso San Piero in Bagno ma ormai, vista l’ora, c’è poco da fare.

A San Piero in Bagno anziché ridiscendere verso Verghereto lungo la vecchia Tiberina come fatto il 29 giugno salendo intravedo un cartello invitante che mi indica Forlì attraverso un valico segnalato (Alfero): un’occhiata alla mappa e si va. Bellissima strada che da un percorso più tortuoso ma dai bei paesaggi (riesco a vedere fino ai tavolati calcarei di Urbino) mi porta a due passi dalle sorgenti del Tevere e da lì di nuovo sulla Val Marecchia a Ponte Messa. Ancora un valico, quello di Viamaggio che sulla SS 73 da Forlì porta a Sansepolcro, al contrario di come fu fatto il 29 giugno scorso.

Sono quasi le 18 quando sono a Sansepolcro, ad oltre 2 ore da Roma ma non ne ho abbastanza di curve e tornanti. E così imbocco la strada del Valico di Bocca Trabaria che mi riporta rapidamente nelle Marche col valico omonimo, verso Urbania che raggiungo lungo la bella Valle del Metauro. A Urbania desisto dall’arrivare fino ad Acqualagna per via sia dell’ora che della strada piuttosto anonima e trafficata e così punto seguendo il primo cartello che mi indica Apecchio, la mia destinazione.

La strada provinciale punta decisamente a sud e mi offre una vista inconsueta e molto bella del massiccio del Monte Catria, da nord. A Piobbico faccio un’ultima sosta ristoratrice e parto deciso verso la salita che mi porta al valico di Bocca Serriola, verso Città di Castello da cui poi via E45 ed A1 raggiungerò Roma. Sia la strada tortuosa, ben tenuta, che i continui avvisi di controllo elettronico della velocità mi fanno tenere più o meno in media con i limiti di velocità e da lì a poco scopro d’aver fatto bene…a partire dal valico stesso ed in posizione criminale (qui la storia) una serie di una decina di autovelox fissi sono piazzati in punti strategici a batter cassa! Mi accorgo dopo che sono stati tutti dismessi e che sono vuoti ma le inconfondibili colonnine bastano a provocare brusche frenate! Su una strada dove avrò incontrato in direzione contraria alla mia si e no 5 macchine!

Alle 20 passate sono a Città di Castello. E’ ora di rientrare a Roma dove arriverò verso le 22.

Quasi 700 km di cui 450 km di puro curvismo.

Niente da dire e da fare. Se penso a certe strade più centrali dell’Appennino che ho fatto e rifatto queste sono davvero fantastiche. Solo che sono molto lontane e occorre mettere in preventivo la bella stagione, lunghe giornate di luce, ed un’andata ritorno da Roma di circa 4-500 km!


Visualizzazione ingrandita della mappa

Video Passo della Calla, Valico dei Tre Faggi (girato il 29/6 da est verso ovest), Passo del Muraglione