sabato 31 maggio 2008

Tra corni ed altopiani

L’obiettivo era passare una bella giornata in moto approfittando del clima ormai quasi estivo, senza dimenticare mai che salendo in montagna la temperatura può essere sempre notevolmente più bassa della media.

Comunque sia mi sono deciso a portare Barnaba ed Alberto verso luoghi che poco conoscono e così la prima tornata è stata quella di arrivare fino al lago del Salto e da qui salire fino ai Piani di Rascino. La strada non è certo una pista ma con la giusta andatura si godono dei paesaggi molto belli per me già noti. Soprattutto una volta affacciatisi sulla valle aquilana il panorama è davvero bellissimo. Una volta a L’Aquila l’altra strada a loro sconosciuta è tutta la SS 80 a parte fino al Valico delle Capannelle.

A parte il tratto noto fino al valico ho già fatto tempo fa con Andrea anche se al contrario tutta questa statale ed è davvero molto bella e direi che una deviazione pressoché obbligata a cui ho costretto gli amici è quella che porta ai piani di Pietracamela da cui si osservano il Corno Piccolo e quello Grande contemporaneamente: ne vale decisamente la pena.

Da Montorio al Vomano decidiamo di risalire verso il massiccio del Gran Sasso attraverso una piccola provinciale ma molto bella, la SP 37, che costeggia il versante adriatico del massiccio. La è parzialmente sbarrata da un new jersey ma decidiamo di proseguire lo stesso, al massimo torneremo indietro.

In realtà non c’è nulla che impedisca l’accesso, né cantieri né frane e non capiamo il motivo della chiusura. Percorrendola lentamente, godendo l’aria fresca del versante in ombra dopo qualche ripido tornante ci ritroviamo al valico di Vado di Sole: riscendiamo giusto in tempo per arrivare per pranzo al famoso “Ristoro Mucciante” dove vendono formaggi, carni e soprattutto i mitici arrosticini abruzzesi e sono ovviamente organizzatissimi per allestire un ricco barbecue.

001Panorama 1

Opportunamente ristorati si riprende la marcia, lentamente percorrendo la bellissima SS 17 bis che ci riporterà a L’Aquila e da qui attraverso il valico del Corno sulla SS 17 raggiungiamo Antrodoco e la SS 4 Salaria.

Il resto è storia…


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domenica 4 maggio 2008

Raduno 2008. Tre giorni di moto (1700 km)

Per vari motivi il raduno quest’anno è stato organizzato al nord, a Vicenza. E così nei giorni precedenti pensavo che tutto sommato potrebbe essere una occasione per girare su strade alpine e considerando il viaggio di andata e ritorno un’occasione altrettanto ghiotta per farsi strade diverse e nuove tra andare e tornare: insomma andare e tornare da Vicenza di autostrada sarebbe criminale visto che non c’è affatto fretta.

E così pianifico per bene il viaggetto considerando che ho l’intera giornata di venerdì per arrivare a Vicenza, il sabato si passa in gruppo e l’intera giornata di domenica per tornare a Roma. Il ritorno lo farò con Barnaba che è già a Verona per conto suo e che comunque sabato sarà presente al raduno.

Le previsioni del tempo sono ottime! Si parte dunque.

VENERDI’-720 km

20080502Andare a Vicenza via autostrada è facile. A1 fino a Bologna, A13 per Padova fino ad incrociare la A4 MI-VE e un pezzetto di questa verso Ovest. E che ci vuole? Già, ma come trasformare i 550 km di pallostrada in qualcosa di più interessante e limitarsi ad usare l’autostrada solo nei tratti che sarebbero veramente noiosi?

E così parto di buon mattino, saranno sì e no le 6 e dopo aver caricato uno zaino sulla sella della moto col bagaglio per questi tre giorni. Nell’immagine a fianco a grandi linee c’è la mappa del percorso fatto da Roma a Vicenza.

Tutta la Cassia fino a nord di Acquapendente e deviazione sul Monte Amiata.

Non ci sono mai stato ed allora quale migliore occasione di questa? Peccato che le strade che salgono non siano un granché anche se passando nei fitti boschi soprattutto di castagni siano molto belle. Si tratta infatti di piccole stradelle a tratti anche troppo strette ed in alcuni tratti molto contorte tanto che i rettilinei più lunghi saranno sì e no 50 metri! E sono talmente tante e così intricate che alla fine mi ci perdo ritrovandomi a scendere dal versante grossetano del monte anziché da quello senese come previsto. Poco male, ho tanto tempo e tante altre curve da fare ancora!

01SUD

Sbagliando quasi senza orientamento se non quello offerto dalla posizione del Sole mi ritrovo a Castel del Piano, poco a nord di Arcidosso e risalgo verso la Cassia seguendo delle indicazioni generiche per Montalcino che attraverso in piena sagra di chissà cosa per ritrovarmi ovviamente sulla SS 323 “del Brunello”, talmente tante curve che mi sento un po’ brillo anch’io. Raggiunta di nuovo la Cassia a Buonconvento seguo la dritta di Barnaba e punto per Asciano, attraversando il territorio delle Crete Senesi, con Siena che si vede già in lontananza verso nord-ovest.

Paesaggi bellissimi. Il nastro di asfalto contorto che fa su e giù per le colline sembra dipinto a mano nel verde, sembra quasi una strada quale quelle disegnate nei cartoni animati: ed a tratti i calanchi interrompono il verde dei prati. Le due statali percorse in parte qui la SS 451 e la 438. Riscendo sulla Cassia puntando direttamente a Siena e qui faccio qualche km di tangenziale tanto per non trovarmi imbottigliato in qualche frazione senese.

Raggiungo dopo un po’ la SS 222 Chiantigiana, altra dritta di qualche toscano. Bellissima strada tra02SUD Siena e Firenze persa tra le colline di uno dei vini più famosi del mondo e tutti i paesi con nomi come Castellina in Chianti, Panzano in Chianti, Greve in Chianti: insomma un’altra ubriacatura…di curve! La SS 222 mi porta direttamente ad incrociare la A1 a Firenze Sud all’altezza di Ponte ad Ema e visto che la mia prossima strada curvosa parte da Pistoia decido di evitarmi il trafficatissimo hinterland fiorentino, pratese e pistoiese salendo sull’autostrada. In breve sono infatti all’uscita di Pistoia.

Ah! Ovviamente in tutto questo mi sono fermato a mangiare e bere più volte, a fare tantissime fotografie. Non a fumare dacché ho smesso da poco e sono intenzionato a non riprendere.

03SUDA Pistoia prendo la SS 64 Porrettana che porta a Bologna. Una delle direttrici storiche che scavalcano l’Appennino tra Firenze e Bologna oltre alle statali che passano più ad est di Firenze. Bellissima strada, e quanto più sale verso i contrafforti dell’Appennino tosco-romagnolo quanto più diventa bella. Poco a nord di Pistoia, dopo il valico di Porretta Terme scorre quasi tutta sul fondovalle del fiume Reno, il fiume di Bologna ed ho accuratamente fatto in modo di percorrere tutta la vecchia statale evitando anche il traforo che taglia via la parte più bella del valico.

Percorro tutta la Porrettana fino quasi a Marzabotto ma poi visto che tutto sommato è ancora presto e che inizia a far caldo decido di restarmene sui monti. So che ci sono in zona dei laghi artificiali (Brasimone e Suviana) e dopo aver chiedo a dei locali e senza non essermi perso nel dedalo di stradine che attraversano la zona (Parco Storico di Monte Sole) mi metto a zigzagare sulle stradine che lo attraversano ed avendo modo di osservare questo strano asfalto rosso con maggiore aderenza molto usato in zone di montagna. I paesaggi che si aprono a tratti sono anche qui molto belli, non c’è che dire.

Stanco del tanto girovagare raggiungo l’A1 a Sasso Marconi. Non c’è motivo di percorrere la Pianura Padana in moto su strade statali o provinciali fino a Vicenza e quindi proseguo direttamente di autostrada fino a destinazione.

Sono le 18 circa e parecchi sono già arrivati.

Il tempo di dare una scrostata ai moscerini dalla moto, doccia, cena e tante chiacchiere fino a tardi con la moto parcheggiata proprio fuori della stanza dell’albergo! Come in un motel anche se non lo è.


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SABATO-225 km

E’ il giorno del raduno. E come in tutti i raduni si sa mettere in moto tutte insieme decine di motociclette è un po’ un’impresa. Comunque sia ci si riesce ad avviare tutti insieme abbastanza presto e si tratta di percorrere pochi km di autostrada per arrivare a nord di Vicenza da dove si inizierà a salire sulle Alpi a cavallo tra la provincia di Vicenza e quella di Trento.

01GIROE come accade spesso nei raduni siamo stati fermi oltre mezzora all’uscita dell’autostrada perché ovviamente un gruppo

è persino riuscito a perdersi e non se ne hanno tracce! Recuperati i distratti si parte.

La mia esperienza di raduni è tale da essere fermamente convinto che a parte farsi la mangiata, chiacchiere e risate, di moto ce ne sia veramente poca. Ho voluto partecipare finora per avere la scusa per fare giri diversi, magari in compagnie diverse e questo del 2008 mi ha portato fin quassù. E domani mi aspetta una ricca discesa verso Roma. Ma a parte questo si va lenti, ci si ferma spesso, insomma ci si annoia alquanto, e se fa pure caldo sono dolori! Ci sono poi delle regole molto ferree da rispettare per ovvii motivi che devono tener conto oltre che del buon senso ovviamente anche del fatto che su decine di moto c’è quello esperto e sicuro ma anche quello alle prime esperienze di guida in gruppo o di guida in assoluto!

Strano a dirsi quest’anno sia io che Barnaba abbiamo azzeccato il gruppetto di apripista che conoscono il percorso da fare e devo dire che le medie sono state molto sostenute ed altrettanto divertenti. Le strade? Che ve lo dico a fare: perfettamente asfaltate e ben curate come tutte le strade del nord in paesaggi davvero molto belli e con scorci di montagna che per quanto bello possa essere l’Appennino qui…è un’altra cosa!

Tra una curva e l’altra c’è persino il tempo di un aperitivo e in realtà la sosta in quota serve a ricompattare il gruppo che nel frattempo s’è molto sgranato. Siamo da qualche parte della SS 349 degli Altopiani di Asiago. Il percorso, molto semplice, ci ha visto salire dal cosiddetto Costo Vicentino che con una serie di ripidi tornanti porta subito ad oltre 1200 m di quota verso Asiago.

Dopo pranzo visto che si sta facendo anche un po’ tardi e che tutto sommato siamo qui per andare in moto io e Barnaba decidiamo di staccarci dal gruppo di pigri e di farci un giro per conto nostro. Osserviamo la cartina e decidiamo di scendere verso Rovereto con la SS 360. Ottima scelta. Strade davvero belle soprattutto come paesaggi e montagne attorno. A Rovereto prendiamo l’altrettanto belle SS 46 delle Valli del Pasubio verso sud: a Schio ci dividiamo, io torno a Vicenza all’albergo e lui a Verona dai suoi amici. Appuntamento per domattina alle 10 all’uscita di Sasso Marconi per tornare a Roma insieme. Con le statali ovviamente per quanto si può senza annoiarsi.


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DOMENICA-670 km

01NORDPuntualissimi alle 10 ci si incontra all’uscita del casello di Sasso Marconi: così come all’andata non ho ritenuto opportuno farmi statali e provinciali sulla trafficatissima ed urbanizzatissima Pianura Padana! La prima cosa ovviamente è una ricca colazione. E’ domenica ed avendo come obiettivo di scendere sulla famosa SS 65 del Valico della Futa ci sono già diversi motociclisti in giro. Come avevamo immaginato la strada è molto bella e le zone che attraversa altrettanto. La discesa verso il fiorentino è addirittura quasi rapida e prima del previsto siamo già sulla SS 551 che ci porterà prima a Londa e poi dal valico di Croce a Mori a Stia dove decidiamo di tirare dritto (…) per il valico della Calla dove ci fermeremo a mangiare al fresco dei boschi.

E’ la prima volta che passo da queste strade e l’occasione era giusta. Me ne innamoro subito. 02NORDSono bellissime sia come paesaggi che da percorrersi in moto. Croce a Mori, Calla, Carnaio. Sono nomi di passi che mi resteranno impressi. Certo sono lontani da Roma per essere meta di un giro da compiersi in un sol giorno ma non così lontani e prima o poi ci tornerò, ne sono certo. Magari unendoci quegli altri valichi di cui ci parlano toscani o romagnoli: lo Spino, la Verna, i Mandrioli.

La salita fino al valico della Calla è davvero molto bella, una strada tortuosa che si snoda quasi tutta nel bosco e la discesa attraverso la bellissima foresta di aceri di Campigna con un paesaggio che cambia improvvisamente a causa delle rocce che da calcaree diventano via via più marnose ed argillose nella provincia di Forlì, verso Santa Sofia.

Da qui un altro valico ci aspetta fino a San Piero in Bagno, nell’alta valle del Tevere che sorge da quelle parti in alto verso est. Il valico del Carnaio. Anche questa strada merita moltissimo se percorsa in moto ed i paesaggi sono spettacolari a tratti col nastro dipinto tra pascoli verdi e macchi di bosco.

Dire che ne abbiamo avuto abbastanza. Dopo aver percorso un vecchio della vecchia statale di fondo valle a Pieve Santo Stefano saliamo sulla E45 che ci porta a Terni e da lì ad Orte dove via A1 raggiungiamo Roma, riposandoci sulla pallostrada


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