sabato 30 settembre 2006

Altra solitaria…500 km

Non si vince niente a parte il piacere di andare in moto. Come non fosse bastato quanto ho fatto il 3 scorso voglio bissare con un gran bel giro. Purtroppo non ho foto di questa giornata.

Ma al termine di questo giro e dopo ormai più di un anno che sono tornato ad andare in moto non mi resta altro che dire che ho (ri)scoperto il piacere di andare in moto fine a se stesso senza pretese corsaiole…anche se sappiamo tutti, tutti coloro i quali hanno una moto intendo, che c’è sempre un momento in cui la voglia di aprire a manetta viene…e spesso la assecondiamo.

A parte questo ho confermato un’altra cosa che penso da sempre: che so star bene con me stesso.

Buona strada a tutti!


Visualizzazione ingrandita della mappa

domenica 3 settembre 2006

Solitaria da 700 km

Credo quest’anno d’aver raggiunto parecchia confidenza in me stesso e della conoscenza che ho della fida Bandita. E visto che è parecchio che non faccio una vera uscita decido di darci dentro alla grande e per oggi mi voglio sparare centinaia di km su strade note e meno note almeno sulla carta dopo aver studiato con attenzione i percorsi da fare.

E così pianificato con scrupolo mi appresto a fare questa mia prima solitaria: basta dare un occhio alla mappa del giro per rendersi conto delle strade fatte.

Quasi volessi approcciare con calma mi dirigo verso i Castelli Romani, ma giusto per scaldarmi un po’ perché quelle strade in effetti sono molto pericolose perché trafficatissime sempre e non offrono gran che come paesaggi. Ridiscendo il versante orientale verso Artena per ritrovarmi nella valle del Sacco da cui risalgo verso Fiuggi ed ancora più a nord verso gli altopiani di Arcinazzo. La strada scorre serena sotto le ruote mentre i paesaggi di questa piana carsica e della vegetazione boschiva intorno mi riempiono gli occhi.

A naso so di essere vicino a posti che mi hanno visto tantissimi anni fa e così scendo verso Sora passando dalla SS 155 che cammina più in alto, all’altezza di Santa Francesca e Fontana Fratta, nella bella vallata orlata a nord dai contrafforti montuosi che separano dalla Val Roveto.

A Sora so di dovermi dirigere verso Forca d’Acero per entrare nel Parco Nazionale d’Abruzzo da sud ma tutto mi aspettavo tranne di trovare una statale la SS 666 e la 609 successiva che sembrano una vera e propria palestra per motociclisti. Curve ampie con raggio di curvatura costante nel tratto iniziale e dopo il bivio per San Donato val Comino la strada si fa più stretta ed impegnativa e diventa molto divertente purché si sappia dosare il gas e la giusta marcia. Niente di meglio che questa strada per fare esperienza.

La discesa verso Barrea è tranquilla anche perché la strada è piena di pietrisco e non è ben tenuta migliorando decisamente a valle sulla SS 83 della Val di Sangro. Dopo Barrea si punta ancora a nord, verso Passo Godi, Scanno ed il suo lago e le bellissime gole del Sagittario.

Lasciata Anversa degli Abruzzi la strada si snoda noiosa sulla piana Peligna verso Sulmona dove arrivo intorno all’ora di pranzo di questa domenica assolata ma non calda per trovare quasi tutto chiuso e con non poche difficoltà per mangiare o bere qualcosa!

Sulla carta ho visto che la Tiburtina all’altezza di Popoli si infila verso ovest decisa per scavalcare un gruppo montuoso che separa questa valle dalla Piana del Fucino. Imbocco questa strada e tutto mi sarei aspettato di percorrere immerso nel verde e con paesaggi spettacolari una statale che a noi romani fa pensare solo al traffico!

Superato il valico di Forca Caruso scendo verso valle ma solo per un breve tratto per risalire poi da Celano verso l’Altopiano delle Rocche a quasi 1400 metri di altezza. Una piana fantastica, sembra che debba passare da un momento all’altro una qualche diligenza in pieno stile far west! La discesa verso la valle aquilana è lenta e tranquilla e ad un certo punto mi perdo in stradelle secondarie che spuntano in una zona delimitata da un cartello di “Silenzio! Zona di preghiera”…Quasi nascosto nel boschetto un piccolo eremo, spengo il motore e scendo lentamente in folle per assaporare l’aria che si respira.

Non ne ho abbastanza e c’è ancora tanta luce. Voglio salire sulla SS 17 bis che ho visto che passa in quota tutta sotto il massiccio del Gran Sasso. E così da Castel del Monte risalgo curve e tornanti che mi portano in quota sui pianori che hanno visto tanti film western girati da quelle parti, compreso il mitico “Trinità” ed anche molti degli esterni di “Ladyhawke”.

Al bivio non posso oppormi alla tentazione di salire fino al piazzale di Campo Imperatore dove arriva la teleferica che sale da Assergi. Riscendo sulla SS 17 bis e giù fino ad Assergi per poi ancora su verso la SS 80 al valico delle Capannelle: mi ritrovo dove con Simone lo scorso maggio siamo arrivati quasi senza sapere dove fossimo…ad averlo saputo avrei certamente proseguito!

La discesa da valico sulla SS 80 mette un’altra volta alla prova la mia esperienza che si consolida curva dopo curva e che soprattutto mi consente di scoprire i miei limiti e quelli del mezzo. Curatissimo l’asfalto ed abbastanza ampia da permettersi anche qualche errore scendo in freno motore con scioltezza senza forzare l’andatura. Che spettacolo!

E’ ora di iniziare a rientrare e voglio concludere passando da una strada fatta tempo fa con Simone. La SS 17 verso Antrodoco dal valico del Corno. Ad Antrodoco la Salaria mi aspetta per ricondurmi in un’ora circa fino alla periferia di Roma nord.

IMAG0041

Che giornata!


Visualizzazione ingrandita della mappa