mercoledì 11 ottobre 2023

Frosinone A/R

Tanto per chiarire ulteriormente quanto scarsa, direi assente, sia la voglia di andarmene a spasso in moto, direi che oggi è emblematico. Anni fa avrei dato chissà cosa per una stagione estiva così prolungata, per questo ottobre che scalda ancora. Comunque sia ultima uscita (uscita?) registrata febbraio scorso.

E nel frattempo l’ho anche tenuta in conto vendita da aprile a metà settembre. Dopo di che la sto usando abbastanza, ma per comodità e praticità urbana, nonostante non sia proprio uno scooter! A proposito, di recente ho anche fatto abbassare la sella guadagnando un paio di cm e mantenendone tutto il comfort. Meglio di niente, soprattutto nell’uso urbano con frequenti stop&go.

Un’idea della scarsissima voglia potreste farvela osservando come sono vestito. Pantalone di cotone leggero, scarpe da ginnastica, giubbino in acetato su t-shirt. E mi sono fatto Roma-Frosinone via A1 andata/ritorno.

Il casco integrale, almeno quello. Ma niente guanti…

Perché Frosinone? Il motivo è presto detto. Da tempo sono incuriosito dall’Honda Monkey 125, il nome è tutto un programma. E’ un remake in chiave moderna di un vecchissimo modello, insieme alla non meno curiosa Honda ST Dax 125 (se ha le marce è femmina…). Ma a Roma non c’è nemmeno un concessionario/rivenditore che ne abbia una in esposizione. E così un annuncio dell’usato da un concessionario di quella cittadina mi segnala la Monkey, usato come nuovo, con ancora più 4 anni di garanzia (casa madre ne dà addirittura sei!).

E così decido di andare a vederlo de visu. Telefono per avere conferma della visibilità e parto. All’andata l’autostrada era in programma, al ritorno m’ero prefisso di fare un giro lungo per statali e provinciali, da est via Alatri, Fiuggi, o da Ovest via Maenza, Monti Lepini…m’ero.

Dopo aver passato una mezz’oretta scarsa a guardarmi la Monkey, e già che c’ero una Dax, ho ripreso la moto e me ne sono tornato così com’ero venuto. Via A1.

Nonostante tutto, la camminata autostradale, compresa di qualche accelerata no limit, non m’è dispiaciuta: il vento, l’aria fresca, il rombo pieno del motore che si difende più che bene nonostante gli anni e i chilometri. Ma fine delle velleità. Per ora? Non so.

Ora torniamo a questa motociclettina. Carina è carina, ma dalle foto se osservate la mia faccia, dopo esser sceso dalla Yoshimura, esprimono qualche perplessità. Per carità, non estetica in generale, ma estetica di me sopra. Mi sento già preso per il culo passando per strade romane. O forse sbaglio.

Comodissima. Leggerissima. Un burro di frizione. Nelle foto non sembra ma è perché mi stavo tirando un po’ su per provare quanto fosse ampio il margine di manovra per poggiare con comodità i piedi. Il fatto che sia di fianchi molto stretta non fa notare l’altezza sella a 77,5 cm da terra. ABS, cambio a 5 rapporti, 10 CV, 10 CV? (la Suzuki ne ha quasi 100).
Il serbatoio da 5,6 litri sembra ridicolo ma non lo è: casa madre lo da per 66 km/l! E le recensioni lo confermano!

Ho persino visto un video di prova tempo fa, con qualche velleità per sterrati visto le gomme un po’ offroad che monta.

E ripartono i mille cambiamenti d’idea e d’umore. Forse un anno fa ho sbagliato, avrei dovuto dare indietro a 1700 la moto con i lavori da farci e prendere il KL Brera X 300 che comunque mi piacque. E invece c’ho speso un botto tra distribuzione, pompa benzina, rifasamento ecc. e adesso non riesco a venderla a quel che vorrei, partito da 3000 sono a 2500, ma dovrò scendere ancora.

Sempre che me la venda poi.
Salvo ripensamenti vari (…) se dovessi prendere qualcosa di diverso, di comodo per la città innanzi tutto, non sarà prima di aver venduto la Suzuki. Forse…Oppure (un altro oppure) come dice mia moglie “ma scusa, la moto ce l’hai, perché prendere un’altra moto?”…(forse perché temo di doverci spendere ancora soldi vista l’età? Della moto, ovvio!)

E perché, la Royal Enfield HNTR 350, provata lo scorso gennaio, che t’ha fatto? Costa come il Monkey…

 

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giovedì 2 febbraio 2023

Passeggiata sui colli

Sempre nell’ottica di far girare la moto ogni tanto approfitto del tepore (apparente) della tarda mattinata per fare un giretto senza impegno. Un paio d’ore tutto sommato gradevoli.

Raggiunta la SS7 rapidamente col GRA passeggio per la lunga salita rettilinea fino alla sommità della famosa località Frattocchie, salita nota soprattutto ai ciclisti.
Ad Ariccia un paio di deviazioni di troppo per lavori mi portano un po’ a sud di Genzano che recupero rapidamente fino a riprendere l’Appia. Le velleità erano di arrivare chissà dove con l’Appia, a Brindisi forse! Scherzi a parte poco prima di Velletri punto a nord sulla bella provinciale che si inerpica curvosa fino alla via dei Laghi.
Costeggio il lago di Nemi e mi godo i panorami su quello Albano. Magari fermarsi al sole e mangiarsi un panino con la porchetta con vista lago ci stava pure, così come ci stava una discesa al lungo lago e mettersi al sole come lucertole.

Ma la voglia è poca. Un’altra volta magari con un clima meno freddino. E quindi giù per Marino e Ciampino e poi di nuovo verso casa col GRA.
Ad maiora!

PS) a casa mi sono accorto che l’unica chiave rimasta (per forza!) era quella di avviamento inserita nel blocchetto. Il resto se n’è andato chissà dove staccatosi o rotto insieme al portachiavi in pelle che mi regalò mia suocera una vita fa. Un bel portachiavi che raccoglieva tutte le chiavi evitando che strusciassero sulla base del blocchetto di avviamento.

giovedì 29 dicembre 2022

Ma quale freddo?

Gradito ritorno in giro con Paolo e la sua impegnativa Ducati. Come anticipato nel post precedente dopo la lunga sosta, ma soprattutto per ammortizzare la forte spesa sostenuta, la moto sarà meglio godersela finché c’è la salute come si dice!

E quindi una mezza idea di farsi un giro per chiudere questo 2022 con meno di 10 giri di cui diversi piuttosto corti è andata maturata dopo l’uscita prenatalizia. Una volta preso accordi si contava sul clima incredibilmente mite di questi giorni e infatti oggi, a parte la nuvolaglia che a tratti nascondeva il sole, la temperatura massima ha raggiunto persino i 15 gradi e l’unico fastidio, se così si può dire, è stato l’umido al ritorno.

La batteria della moto di Paolo stava per costringerlo a dare forfait ma fortunatamente si è portato dietro il booster che ha fatto il suo dovere ogni volta che è servito: praticamente dopo ogni spegnimento, per fare benzina o per la pausa pranzo!

Strade molto note per me, percorse tantissime volte da solo e non. Siamo partiti con calma, verso le 11, per goderci le ore più calde. Con l’A1 raggiungiamo rapidamente Orte e da lì si punta verso Amelia sulla bella provinciale: asciutta, un occhio soltanto alle foglie a volte parecchio abbondanti ma non bagnate, peccato per gli ultimi km di strada molto sconnessa. Da Amelia si scende e risale lungo i costoni rocciosi e le colline che dominano dall’alto la valle Tiberina, e poi giù a Baschi ed Orvieto.

Dopo una rincuorante e riscaldante pausa pranzo si riparte: tappone unico per sfruttare la luce e infatti saremo a Roma per 16:30, poco prima del tramonto. Da Orvieto si prende la SS 71 fino a Motnefiascone, al bivio per la Cassia. Aggirata Viterbo con i raccordi veloci ci ritroviamo a Vetralla e da lì fino a Monterosi è la solita SS2, trafficata e solo a tratti un po’ più rapida. L’ultimo tratto e routine sugli ultimi km a doppia corsia fino al GRA.

Alla prossima, nel 2023!

Nota: dopo il grosso lavoro la moto è decisamente più morbida e corposa.

martedì 20 dicembre 2022

Mattinata prenatalizia

Il numero di mesi trascorsi dall’ultima uscita la dice lunga. Nonostante abbia avuto per tutto agosto e metà settembre la disponibilità della moto a L’Aquila, e quindi la possibilità di andarmene a spasso per strade bellissime, dopo il 5 non sono più uscito. Vero che novembre è stato molto piovoso ma di contro ad ottobre, da caldo record, avrei potuto sfruttare molte giornate. E infine la sosta dal meccanico che, in attesa di pezzi vari, ha visto la moto ferma più di un mese.

Sono stato ad un passo dal vendermi la moto per passare ad un più comodo scooter (avevo persino individuato il modello su cui per ora sorvolo…).
Le velleità sono poi scomparse quando la moto ha presentato un paio di sorprese da mettere a posto prima di tentare di venderla e sperare di rientrare dall’ultima importante spesa di ben 760 €! La catena di distribuzione da rifare, quattro valvole su 16 da rifasare e la pulizia profonda di filtro e pozzetto della pompa della benzina che ha preso a sibilare (da notare che oggi ho sentito almeno un paio di volte lo stesso fischio). Fortunatamente il tendicatena è rimasto quello cambiato non più tardi di 15.000 km fa!

Sicuramente la moto adesso ha un sound molto corposo e un comportamento estremamente più morbido, con il tipico effetto cut-on/cut-off dei motori ad iniezione più “rotondo”. Con tutti questi lavori cercherò di godermela un po’ e magari il prossimo anno, chissà.

Ribadisco quanto scritto altre volte: nonostante la parentesi di giugno ed agosto con uscite molto gustose e divertenti la voglia di uscire in moto è abbastanza mutevole, più no che sì comunque. Ma stamattina, dopo una così lunga sosta, ho approfittato della bella mattinata di sole anche se con temperature non proprio ideali.

Mi sono tenuto “sotto costa” e così di Laurentina sono arrivato fino ad Ardea e da lì ad Anzio, un bel giro sul lungomare assolato, ed al ritorno di litoranea fino al bivio per Castel Fusano passando da Torvaianica. Un paio d’ore di moto su strade provinciali tutto sommato scarsamente trafficate. Niente di che.

Alla prossima.

venerdì 5 agosto 2022

Dal free cooling al free warming

Dopo nemmeno più ricordo quanti anni, ma tanti, riecco l’occasione per uscire di nuovo con Paolo e con la sua impegnantissima, per le strade che di solito frequento, nonnina Ducati. Tanto che a volte cerco di mettermi nei suoi panni per uscirne immediatamente!

La prima volta con Paolo fu a giugno del 2015! Sette anni fa!

Era un bel po’ che si provava a uscire insieme, ma tra lavoro, il suo, e logistica, sempre la sua, non c’è stato verso. Complice anche il torrido mese di luglio che smontava sul nascere qualsiasi velleità di motociclismo.

E così l’altro ieri l’amico Paolo ha accettato di raggiungermi qui. Siccome in questo periodo mi sono, giustamente, portato la moto a L’Aquila, per godere ogni tanto di bei giri (vedi lo scorso giugno) senza la rottura di entrare e uscire da Roma e farsi, tra andare e tornare, almeno 150 km di strade pallosissime prima di iniziare a divertirsi.

Alle 9 era puntualissimo al casello de L’Aquila Est e da lì dopo un’ottima colazione siamo partiti subito per sfruttare appieno le temperature in quota: obiettivo Campo Imperatore, fin su al piazzale dove Paolo non è mai stato.

L’aria è subito fresca e più si sale più la temperatura scende, fino ai 22 gradi di quota 2100 e ogni volta che si annuvolava l’abbigliamento estivo mostrava i suoi limiti. Certo che per essere venerdì, anche se in periodo estivo, ce n’era di traffico e, un paio di km prima del piazzale la sorpresa: una non ben identificata associazione turistica del Gran Sasso di Assergi ha preteso 3  € a moto per arrivare su e parcheggiare. Dice che è 5 anni che è così e sinceramente non ricordo di aver mai pagato nulla in agosto ma probabilmente l’ultima volta fu prima di 5 anni. Comunque ne è valsa la pena, soprattutto per Paolo che non sapeva nemmeno cosa fosse quella cima immensa che ci guardava da nord! (il Corno Grande ovviamente). Siamo stati lì più di mezzora a godere il fresco, il paesaggio e chiacchiere in libertà.

Da lì rapida discesa e via sull’altopiano che è sempre uno spettacolo incantevole. Della serie ammazza quanta gente al bivio dove ci sono Mucciante e l’altro arrosticinaro ci saranno state centinaia di macchine e altrettante moto parcheggiate, protezione civile, parcheggiatori ecc.

Superiamo il blocco e via per il valico di Capo la Serra giù a Castel del Monte e poi verso Ofena. Ofena, la chiamano il “forno d’Abruzzo”, e non a torto. Nonostante sia un po’ elevata il calore rovente sale dalla valle dell’Tirino e rende impegnativa la cosa, addirittura più caldo che a fondo valle e a Popoli sulla Tiburtina.

Pieno di benzina per Paolo, relax e via per Raiano, Gole di San Venanzio e Castelvecchio Subequo: sosta premeditata al ristorante “Gli antichi sapori”. Pranzo eccezionale, come ricordavo dalle altre volte in cui ci andai con Alberto, compresa la volta che provarono a fregarmi la marmitta Leovince del Kawasaki!

Satolli si riparte. Mando avanti Paolo su per la spettacolare Tiburtina che sale al Valico di Forca Caruso: l’avevo fatta a giugno scorso e l’asfalto è perfetto, così come il tratto precedente delle Gole di San Venanzio. Sempre pressoché deserta poi.

Giù per Pescina e via su per Celano e Ovindoli. Lasciamo il caldo del Fucino alle spalle e già verso Ovindoli l’aria è di nuovo freschissima. Sosta caffè e relax a Rocca di Mezzo e poi via per Campo Felice dalla (gelida) galleria. Scendiamo a Tornimparte e da lì Paolo se ne torna a Roma: non lo invidio, sull’autostrada torrida verso una rovente Roma.

Patendo anch’io un po’ il caldo scendo dalla statale per Tornimparte e Sassa e poi casa!

 

sabato 18 giugno 2022

Ritrovare il piacere–4 giorni di moto senza affanno!

Lo scorso 25 marzo, una vita fa, lamentavo di come ormai la voglia di andare in moto fosse sotto i piedi. Ed a testimoniarlo la notevole rarefazione delle uscite, da novembre 2021 a marzo, e siamo a metà giugno. Eppure ciò nonostante, in vista e nella speranza di ritrovare la voglia, la settimana scorsa ho portato la moto dal fido meccanico per il solito tagliandino annuale: impressionante constatare come dalla volta precedente, lo scorso anno, abbia percorso poco più di 2000 km! Comunque sia cambio olio, filtri, candele, controllo generale e via, la moto è perfetta ed in questi giorni lo ha dimostrato ampiamente. A vendersela non se ne parla nemmeno, prendere sì e no 2000 € per far godere chi la compra!

Dal marzo scorso, e dall’anno scorso, sono cambiate tantissime cose, i cui dettagli esulano dallo scopo del post. Scartata l’idea di farsi una 3 giorni in moto da qualche parte lontano da Roma ho optato per far base a L’Aquila e godermi da vicino strade note ma stavolta raggiunte in un attimo.

Ed è così che ho ritrovato il piacere di andare in moto! Tutt’altra cosa uscire dal box e trovare a 10 minuti da casa strade divertenti, posti incantevoli. Niente a che vedere con la noia del dover percorrere, tra andare e tornare, qualcosa come 200 km solo per raggiungere da Roma strade degne d’essere percorse col piacere delle due ruote; per non parlare dello strazio di dover attraversare la trafficatissima città dopo esser stato ore in giro su strade statali e provinciali in posti superbi!

E le temperature soprattutto, una meraviglia, clima ideale, addirittura tendente al freschetto –abbigliamento estivo- al mattino, in quota e col il cielo coperto! Lasciata la fornace romana per ritrovarla solo 4 giorni dopo ho approfittato quindi della base aquilana per godermi ogni giorno un’improvvisazione. Nulla di particolarmente lungo, soprattutto perché, da buon clima montano, nel primo pomeriggio un temporale ci stava sempre, e proprio il primo giorno ho persino preso acqua per una quindicina di km.

Il 15 giugno parto da Roma di buon’ora: l’idea è raggiungere L’Aquila prendendola “larga”. E così uscito a Vicovaro dalla A24 inizio a scaldare le gomme sulla Licinese fino ad Orvinio. Scendo sulla Salaria e passeggio senza fretta fino ad Antrodoco da dove prendo, dopo tantissimo tempo, la SS 17 nel suo tratto iniziale, su fino al valico di Sella di Corno e poi giù a L’Aquila. Il tempo di organizzarmi, un pranzetto veloce, sistemare i bagagli e sono di nuovo in sella, obiettivo Campo Imperatore. E’ coperto e l’aria è frizzante. Mi avvicino alla SS 17 bis passando da Paganica e devio per i Piani di Fugno, sopra Filetto: bellissimi. Una puntatina agli impianti sciistici di Montecristo per godere della vista di L’Aquila dall’alto, qualche prova di inversione stretta sull’enorme piazzale del parcheggio deserto e poi su. Campo Imperatore è sempre meraviglioso ed emozionante, sia la salita in moto che il passeggiare senza fretta sulla piana. Al bivio prendo la provinciale che scende verso Santo Stefano di Sessanio, ammiro dall’alto la bella torre medicea completamente ricostruita e senza soste scendo verso Barisciano. Minaccia pioggia e all’orizzonte lampeggia. Sulla SS 17 fino a casa prenderò acqua anche perché mi sono attardato a salutare un conoscente.

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16 giugno. Un lungo riposo rilassato, una cenetta leggera e gustosa preparata in casa e al mattino sono pronto. Quasi senza programmare salgo istintivamente sulla bellissima strada che porta sull’Altopiano delle Rocche scegliendo quella più tortuosa verso Rocca di Cambio. Anche stamani l’aria è frizzante. Quante volte ho percorso queste strade, magari dopo aver impiegato ore per raggiungerle, che goduria poterle affrontare a fresco e senza fretta. Punto dritto per Ovindoli e Avezzano passando da Massa d’Albe. Entro ad Avezzano per un caffè e ovviamente mi ci perdo! Mi ritrovo su una sconosciuta stradella che attraversa i campi del Fucino e dopo aver chiesto indicazioni ritrovo la strada per la SS 5 Tiburtina. La meta è scontata: Collarmele e il valico di Forca Caruso, non ci vado da 2 anni. La strada è perfetta, riasfaltata da poco! E che ve lo dico a fare? Goduria! Non mi lascio nemmeno scappare la possibilità di tornare sotto le pale eoliche: è passata una vita! Le strade bianche continuano ad esercitare un fascino misterioso sul sottoscritto…Da Forca Caruso la discesa verso le gole di San Venanzio è divertentissima, macchine e traffico non pervenuti! In men che non si dica sono a Raiano. Proseguo per Popoli ma non ho voglia di rientrare subito dalla SS 17. Mi allungo un pezzetto sulla Tiburtina e rientro a L’Aquila dalla statale del fondovalle del Tirino, con scorci verso Rocca Calascio e Ofena. Si sta annuvolando decisamente. Poco più tardi, solito acquazzone ma ero già a casa.

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17 giugno. Anche se non fatto finora molti km preferisco non forzare e quindi rimando alla prossima la camminata fin nelle Marche. Ma le tante curve e il divertimento impongono di farne ancora. Mi avvio sulla SS 260 per Monterale: è tutta un cantiere, stanno costruendo gallerie e viadotti e diventerà una strada a scorrimento veloce che collegherà la Salaria all’aquilano. Lascio la statale per una sconosciuta SP 3 Umbra…eppure l’Umbria è lontana ancora! E’ una stradella che si arrampica rapida per scavalcare la dorsale che divide la valle aquilana dal territorio di Borbona e di Posta. Raggiunta la Salaria mi rilasso, ad eccezione del divertentissimo tratto delle gole del Tronto. Ad Ascoli il caldo si fa sentire per la prima volta, ma basta poco per dimenticarsene perché la prima dozzina di km della SS 81 per Teramo, indimenticabile, richiede concentrazione. Curve continue ad “S” e tornanti, sia a destra che a sinistra, “S” e tornanti…che spettacolo! Una volta a Campli ci si rilassa e si gode del paesaggio. Raggiunta Teramo prendo la bellissima SS 80 del Gran Sasso, C’è solo una deviazione poco prima di Montorio al Vomano. E poi anche qui si ricomincia a piegare. Le strade finora sono state tutte pochissimo trafficate, ma occhio sempre a pullman ed autocarri! Poco prima di Ortolano l’asfalto è un po’ bagnato, ha piovuto da poco e minaccia di farlo ancora, ma non lo farà. Sotto Campotosto esce il sole di nuovo, Valico delle Capannelle e già per la discesa fino ad Arischia! Che spettacolo!

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18 giugno. E’ il giorno del rientro. Ieri sera una pizza in compagnia ed una lunghissima passeggiata in centro con un “cicerone” d’eccezione. Quante cose da imparare, e tutte belle, su questa bellissima città che sta rinascendo più bella di prima. Con calma sistemo le mie cose, zainetto leggero in spalla come all’andata, e via. Si torna a Roma, ma alla larga. Punto deciso a salire a Campo Felice dalla vecchia statale di Lucoli. Bellissima e divertente come sempre! In breve tempo sono al valico della Crocetta, 1600 m slm circa. Vento teso da nord, aria frizzantissima. La piana di questo posto è sempre magica! Riscendo dalla 696, valico della Chiesola e giù, al casello dell’A24 scendo verso Tornimparte con già in mente la voglia di salire ai piani di Rascino (lo so! non sono proprio quelli ma ormai il nome è rimasto). La strada, come sempre e le tante altre volte che l’ho fatta, è da godersi lentamente, ammirare il paesaggio e respirare. Scendo verso Fiamignano e con la superstrada in breve sono al bivio per Magliano dei Marsi. Resto sulla SS 5 Tiburtina: Sgurgola, Tagliacozzo, la variante al posto della vecchia dei Colli di Montebove: veloce e divertente. A Carsoli decido di restare ancora sulla statale: Arsoli e Vicovaro. Da qui in poi A24 che mi porta dritto dentro la fornace di Roma. Stamattina a L’Aquila c’erano 24 gradi. In centro a Roma 35!

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Che godimento! Ho detto che non avevo più voglia di andare in moto? Mi smentisco.

Visite alle pale eoliche di Collarmele a confronto.

13 giugno 2009

16 giugno 2022

venerdì 25 marzo 2022

Pomeridiana

Ultima uscita pervenuta e degna di questo nome: 20 novembre 2021. Una vita fa. E’ la prima volta, basta guardare la cronologia delle dozzine di post, che passa così tanto tempo, nemmeno in seguito all’operazione di ernia dell’aprile 2019. E’ un segno inequivocabile. Credo che ormai l’andare in moto così per me non abbia più molto senso, da solo inoltre. Sarà l’età, la stanchezza, la solitudine o l’insieme di tutto ciò, ma mi rendo conto che è più la seccatura a volte che il divertimento. Tra il 20 novembre scorso ed oggi giusto due o tre passeggiatine intorno a Roma, e un girettino al lago di Bracciano che ha sortito come unico effetto quello di intirizzirmi per bene! Sono persino diventato freddoloso,  altro che i –8 di Roccaraso 2012!

E poi quanti km? 150, 200? Nemmeno un pieno di benzina, sono passati i tempi in cui uscivo e rientravo, anche da solo, dopo essermi macinato anche 700 km in una giornata!

Comunque sia oggi è andata così. Sono partito per l’ora di pranzo, con l’aria finalmente un po’ mite  e poco dopo le 15 ero a Roma. Braccianese, puntatina verso Blera e ritorno da Vetralla e Cassia. Niente di che. Passeggiando.

Come sarà la prossima?

 

sabato 20 novembre 2021

Scampoli di tepore

Dopo settimane di pioggia approfitto di questa bella giornata, gli ultimi tepori, per farmi un giretto su strade poco battute e tutto sommato vicino Roma.
All’andata decido di tornare sulla SS 155 (Prenestina) nel tratto che da Palestrina porta fino a Fiuggi costeggiando i monti omonimi. Scoperta nel 2015 l’avevo comunque percorsa altre volte per rientrare a Roma ma mai in questa direzione.
La giornata soleggiata è tersa ed offre un bel panorama sulla vallata del fiume Sacco. Una pesante fascia marroncina verso nord segnala inequivocabilmente che là sotto c’è Roma.
La strada è ben tenuta, e dopo Palestrina il traffico scompare quasi del tutto, verso Piglio inizio a vedere qualche indicazione per l’interno, verso Trevi, gli altopiani di Arcinazzo. Ma la temperatura comunque bassa non mi ispira salire in quota. E proseguo per Fiuggi, restando poi sempre a mezza costa fino ad incrociare il bivio per Frosinone.

L’attraversamento fino a raggiungere la contigua SS 156 è lento, una lunghissima colonna di macchine che si muove a stento; scoprirò poi il perché. Una pattuglia di polizia ed una di carabinieri avevano bloccato un incrocio per agevolare il traffico da sud, un pulmino di polizia doveva passare!

Con la velocissima SS 156 raggiungo in breve tempo il bivio per la SS 609 Carpinetana. Era il febbraio 2019 quando percorsi l’ultima volta questa bella strada, ma verso sud. Non ricordo di averla mai percorsa come oggi, rientrando verso Roma.
Bella e divertente strada, peccato che all’ora in cui sono passato fosse in ombra e con ampi tratti umidi e bagnaticci. Ma il panorama della vallata sulla destra e dei Lepini sulla sinistra è sempre gradevole.
In men che non si dica mi ritrovo a Colleferro e da lì un breve tratto di trafficata Casilina mi porta al casello di Valmontone dell’A1.

Certo che a volte esagero. Sembra quasi che andare in moto sia diventato un lavoro, un obbligo. Oggi mi sono sparato 4 o forse anche 5 ore in sella e mi sono fermato giusto il tempo di fare delle foto. Non ho nemmeno pranzato!









venerdì 15 ottobre 2021

Anello Simbruino


Con calma, in tarda mattinata anche per aspettare che le temperature salissero un po’, vista l’inattesa fredda giornata  decisamente invernale, alle 11:30 ero sull’A24 pronto ad un giro intenso anche se non particolarmente lungo.

Lasciata l’autostrada al casello di Castel Madama un breve tratto di provinciale nota mi riporta sulla Tiburtina e passeggiando con tranquillità raggiungo Carsoli diretto al valico dei Colli di Montebove che non percorrevo da un po’, strada sempre molto gradevole e divertente, traffico pressoché nullo per ovvi motivi e tanto sole.

Basta salire ai poco più di mille metri del valico per rendersi conto che oggi fa davvero freddo per essere metà ottobre, fortunatamente ho saputo prevenire coprendomi bene. Dal valico si apre inatteso lo spettacolo delle cime limitrofe all’Altopiano delle Rocche già imbiancate, una cima lontana del gruppo del Gran Sasso è bianchissima e la Maiella sembra davvero già carica di neve!

Scendo rapidamente a Tagliacozzo e prendo per Cappadocia, Petrella Liri, lungo la bella statale che punta verso la Val Roveto.

A Capistrello giusto il tempo di fare il pieno e informarsi sulla strada “Simbruina” che sale al valico di Serra Sant’Antonio e scende a Filettino. Sono anni, ma davvero tanti, che spesso l’abbiamo trovata agibile solo perché la interrompono con un mezzo “new jersey” tranquillamente aggirabile sia in moto che in macchina. E’ agibile.

Mi aspettavo di trovare la strada rifatta; macchè! La vegetazione ha ormai invaso per lo meno mezza carreggiata, più si sale e più frequenti sono sassi e massi anche molto grandi caduti sulla sede stradale.

Mi godo il paesaggio procedendo lentamente e con attenzione ma tutto sommato ne ho viste di peggiori. E che freddo sul versante in ombra!

Mi concedo una sosta al valico per uno spuntino, al sole come una lucertola e mi godo lo spettacolo della piana del Fucino sotto di me, le cime del Velino e dei monti sopra Celano, lontano, bianchissimo di neve, quello che sembra proprio il Monte Camicia nel gruppo del Gran Sasso.

Riscendendo a valle le temperature migliorano, per fortuna, e c’è sempre un bel sole. Ripasso dalle strade percorse in direzione contraria a dicembre 2020, e da Trevi nel Lazio costeggio sempre l’Aniene lungo la bella strada che mi porta a Jenne e poi a Subiaco.

Da qui è già quasi aria di casa. Autostrada a Vicovaro e via.



















venerdì 3 settembre 2021

Intorno al Gran Sasso o giù di lì…




Sto invecchiando!  Alle 15 ero cotto e mi sono rimesso in strada per Roma, ed ero a Chieti. E’ vero che ho fatto la Tiburtina fino a Popoli e poi sono andato a prendere l’A25 a Pratola Peligna ma insomma…in altri tempi mi sarei buttato per Raiano e la vecchia Tiburtina attraverso le Gole di San Venanzio e il valico di Forca Caruso!
Sarà davvero l’età, o forse un po’ di caldo a fondo valle, o più semplicemente che bene o male da solo ti rompi e le soste sono davvero limitate! In pratica, come sottolineato altre volte, è più il tempo che sto in sella che altro.

Ultimo giorno di ferie e un giro ci stava tutto. Comunque sia è stato un bel giro, temperatura pressoché perfetta, da giubbotto di pelle e maglietta e caldo davvero poco, tranne che da Tivoli in poi ovviamente.

Partito di buon ora alle 10, via autostrada, ero già all’inizio della SS 80 deciso a tornare al lago di Campotosto.
Ovviamente che ve lo dico a fare? Notevole come sempre la salita da Arischia fino al valico delle Capannelle! Strada perfetta oggi anche se, come ho già avuto modo di dire, è parecchio che “passeggio” senza grandi pretese.

Non andavo al lago di Campotosto da prima del terremoto del 2016, ed è stata una riscoperta graditissima, tranne ovviamente per lo stato di desolazione e abbandono che c’è tra le rovine del paese semidistrutto dal sisma. Ho comprato da mangiare presso l’unico piccolo negozio di generi alimentari sito in un container sulla vecchia piazza (che non esiste praticamente più).

E mi sono fermato a mangiare dove una vita fa, 6 novembre 2010, ad Alberto si scaricò completamente la batteria per aver dimenticato le luci accese dopo aver mostrato la sua moto ad un tipo curioso! Ricaricata grazie alla mia Bandit!

Ridisceso sulla SS 80 l’ho percorsa, cosa sempre graditissima e divertente, fino a Montorio al Vomano e da lì un po’ seguendo l’itinerario che mi ero prefisso, un po’ sbagliando allungandomi troppo verso Chieti dopo Penne anziché fare la forca di Penne e ridiscendere verso Ofena e poi magari Castel del Monte. Sarà per un’altra volta.

Da dimenticare assolutamente la SS 365 di Bisenti: per oltre la metà del percorso, da Bisenti a Castiglione Messer Raimondo, piena di dissesti, tagli e spaccature ha messo alla prova la mia pazienza e la mia colonna vertebrale. Non ne vale assolutamente la pena, tanto vale, come fatto altre volte, proseguire sulla 80 e incrociare direttamente la 81.
Solo un motivo la rende degna di nota: il panorama è spettacolare.

Stamattina, da qualche parte sulla SS 365, dalle parti di Bisenti (TE), vedevo contemporaneamente il massiccio del Gran Sasso con le cime del Camicia, del Prena, le Torri di Casanova, il Corno Grande e il Corno Piccolo, il Vettore, il Sibilla (non sono certo se per caso potesse essere il Porche, ma non credo) e, lontani a nord-ovest, le cime forse di Bolognola.

Peccato per la foschia.

A Castiglione ho preso la bellissima SS 81, vale sempre la pena di percorrerla, sia per la qualità motociclistica della strada che per i panorami che spaziano dal massiccio del Gran Sasso all’Adriatico.

A Penne ho fatto una breve sosta rinfrescante in un ombroso chiosco di un bar. Come predetto anziché prendere subito verso l’aquilano attraverso magari Farindola o il valico di Penne mi sono allungato fin quasi a Chieti e a quel punto la stanchezza ha iniziato a farsi sentire un po’, e come predetto, un pezzetto di Tiburtina (e due maledetti autovelox imboscati…speriamo bene, dovrei aver frenato in tempo!) e poi via di autostrada.

Alla prossima.